sabato 14 febbraio 2015

Latrine e Latrinen-

LATRINEN|gerücht.
Spulciando il mio dizionario Sansoni in cerca di un qualcosa poi divenuto irrilevante, mi sono imbattuto in questo lemma che nessun burlone avrebbe potuto adocchiare senza restarne irrimediabilmente affascinato. Che quella meravigliosa lingua che è il tedesco avesse una vera passione per le parole composte, non mi era ignoto. Che ce ne fosse una che comprendesse “Latrinen-“, sì.
Ebbene, ho scoperto che la parola tedesca di cui sopra, significa qualcosa tipo “pettegolezzo maligno, chiacchiera maligna”. La cosa che davvero mi affascina non è l’infantile e scugnizzesca gioia di sapere che anche trovandomi a Berlino potrei ascoltare un suono strettamente imparentato al caro vecchio “latrina”, udito non di rado per le strade della mia città, in contesti che poco hanno a che fare con discussioni sull’edilizia degli antichi romani. In realtà, anche se mi guarderei bene dal chiederlo a uno studioso serio di Althochdeutsch, ciò che mi piace pensare è che all’origine di questa parola ci sia il concetto che “Latrinen-” non si riferisca tanto all’oggetto dell’azione, il chiacchierare con malignità, quanto piuttosto al soggetto. In altre parole, quando ci prestiamo a pettegolezzi e chiacchiere maligne, non stiamo utilizzando un modo di parlare talmente sudicio e nauseante, da ricordare quei luoghi deputati all’espletamento di bisogni fisiologici quali la minzione e la defecazione, altrimenti detti latrine. Secondo i tedeschi, e secondo questa mia interpretazione etimologicamente di scarsa plausibilità ma antropologicamente azzecatissima, se passiamo il nostro tempo a spettegolare con malignità, le “Latrinen”, probabilmente, siamo noi.